Per le pallotte: 200 g di mollica di pane, 2 uova, 50 g di caciotta grattugiata, 50 g di pecorino fresco. per la salsa: 500 g di pomodori di Montagano, 1/2 cipolla bianca, 1/2 cipolla ramata, 1/2 cipolla dorata, olio extravergine di oliva, vino bianco, sale.
Il porporato, il rosso, il cardinalizio, il sacro pomodoro di Montagano. Ci imbastiamo una ricetta che lo nobiliti e lo metta in armonia strepitosa con le pallotte cacio e ova che ho imparato a preparare dal mio amico Gianguido. In una padella versiamo olio come se piovesse, puliamo e affettiamo cipolle in abbondanza, di tre tipi per conferire all’intruglio tutte le sfaccettature di aromi, e poi le tuffiamo nel tegame con un goccetto di vino bianco per farle ammalvire. Tagliamo i pomodori in quattro pezzi, li aggiungiamo in padella, aggiustiamo con un cicinin di sale e alziamo il fuoco. Non appena il sugo inizia a sobbollire abbassiamo la fiamma, copriamo con il coperchio, lasciamo cuocere e iniziamo a preparare le pallotte. In un contenitore di vetro mescoliamo il pane a pezzetti con un nonnulla di sale grosso, la caciotta sfranta e il pecorino fresco grattugiato. Ci mettiamo dentro le uova e lavoriamo il tutto con le mani. Facciamo riposare il composto per qualche minuto così il pane si ammorbidisce e se risulta troppo liquido aggiungiamo altro formaggio. Quando i pomodori sono cotti li passiamo al setaccio, versiamo la salsa in padella per farla ridurre ancora un po’ e torniamo alle polpettine. Facciamo scaldare l’olio in una padella e ci tuffiamo dentro le pallotte che formeremo “bagnandoci” la mano con la caciotta per evitare che il composto si attacchi; le facciamo rosolare e quando sono belle dorate le scoliamo e le adagiamo su un piatto. Ci versiamo sopra la salsetta facendola cadere quasi come il cioccolato sui profiterol e creiamo questo matrimonio. Non saranno uguali a quelle del mio amico Gianguido, ma ho due speranze: che gli assomiglino o che siano comunque buone. Faremo un test. Sincerità per sincerità? Sono diverse da quelle di Gianguido, ma non sono cattive, direi tutt’altro. E posso dirvi anche un’altra cosa: è un bel matrimonio. Buon appetito!
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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